OMELIA NELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER I 30 ANNI DEL DIACONATO PERMANENTE NELLA CHIESA UDINESE DURANTE LA QUALE SONO STATI ORDINATI DUE NUOVI DIACONI:LELIO PALAMITA E CORRADO COLUTTA

16-10-2011


Riuniti nel giorno del Signore, che assieme santifichiamo, abbiamo un motivo particolare per offrire a Dio Padre questa S. Eucarestia. Con essa desideriamo esprimere al nostro Dio una grande e gioioso ringraziamento perché ha voluto far sorgere nella nostra Chiesa diocesana il ministero del diaconato e perché da trent’anni lo vivifica con il dono del suo Santo Spirito.


Gesù, Servo obbediente al Padre e consacrato totalmente alla salvezza degli uomini, è più presente e più visibile in mezzo a noi grazie alla testimonianza e al servizio generoso dei nostri diaconi. Con l’ordinazione sacra, infatti, essi vengono configurati a Gesù che è il primo perché si è fatto servo di tutti e ha dato la vita per ogni uomo. Lo Spirito di Dio, ricevuto nella consacrazione, fa crescere in loro lo spirito di servizio di Gesù stesso perché ne rendano testimonianza e spingano tutti i membri della Chiesa a vivere secondo il comando del Signore dato alla fine della lavanda dei piedi: ‘Quel che avere visto fare da me, che sono vostro Signore e Maestro, fatelo anche tra di voi’.


Mentre in questa S. Eucarestia ringraziamo Dio per averci donato la grazia del diaconato permanente, egli ci assicura che non ce la farà mancare in futuro e ce ne dà il segno nell’ordinazione di due nuovi diaconi, Lelio e Corrado, a cui stiamo per partecipare.


Li accogliamo tra di noi con tanta gioia perché li conosciamo come uomini e cristiani degni di stima e sappiamo che si sono a lungo preparati in ogni modo e con non piccoli sacrifici loro, delle mogli che li accompagnano e delle famiglie.


Tra poco, dopo aver implorato l’intercessione di Maria e di tutti i Santi, imporrò su di loro le mani e con la solenne preghiera di consacrazione invocherò il particolare dono dello Spirito Santo che li configurerà a Gesù per sempre.


Guardando i due prossimi diaconi e gli altri loro confratelli che li circondano, rinnoviamo la nostra eucarestia di ringraziamento a Gesù, Buon Pastore della nostra Chiesa e a Dio Padre la cui misericordia non cessa mai.


Alla preghiera di lode e ringraziamento, aggiungiamo anche la supplica per i due nuovi ordinati e per tutti i nostri diaconi permanenti.


Per loro chiediamo che lo Spirito Santo ravvivi in questa giornata, con una grazia particolare, il dono che ha posto in loro con l’ordinazione sacra. Chiediamo che questo dono soprannaturale porti frutti che saranno per la loro santificazione e per la santificazione di tanti fratelli e sorelle e di tutta la nostra Chiesa.


In particolare, suggerisco di chiedere per loro i tre doni che S. Paolo invocava per i cristiani di Tessalonica e che la seconda lettura ci ha annunciato.


Chiediamo che abbiano nel cuore una ‘fede operosa’, una fede viva e feconda. E la prima fecondità della fede è la preghiera che nutre la fede e, insieme, opera per tutta la Chiesa. Ai diaconi viene consegnata la liturgia delle ore perché ogni giorno partecipino alla preghiera di intercessione che Gesù, Sommo Sacerdote, fa presso il Padre e alla quale si uniscono Maria e tutti i Santi.


S. Paolo, poi, prega perché i cristiani sappiano vivere ‘la fatica della carità’. La carità è anche fatica perché chiede di dimenticare se stessi e di mettere la vita nelle mani di Cristo per le necessità della Chiesa e dei fratelli. Promettendo obbedienza al Vescovo, i diaconi si pongono a disposizione per servire là dove ci sono delle necessità e non dove loro scelgono secondo gusti e progetti personali. Questa carità può essere anche a volte faticosa e poco gratificante. Ma è una carità gioiosa quando lo Spirito Santo dà la grazia di viverla con lo stesso cuore di Gesù. Ed è una carità feconda perché non cerca il bene di se stessi, ma degli altri e della Chiesa.


Infine, l’apostolo, invoca per i cristiani di Tessalonica ‘la fermezza della speranza’. L’ordinazione diaconale è un segno di grande speranza perché il diacono mette per sempre ‘ come nel matrimonio – la propria vita nelle mani di Gesù Cristo per il bene della Chiesa, certo che il Signore non perde nessuno che si affida a Lui, ma lo risuscita per la vita eterna. Egli è consacrato per sempre, come esprime il carattere che il sacramento dell’ordine sacro imprime in colui che viene consacrato. Egli è sostenuto dalla ferma speranza che Dio è fedele per sempre, per questo può rispondere consacrandosi per sempre a Lui e alla Chiesa.


Cari diaconi, siate tra noi dei testimoni di fede operosa, di carità vissuta anche nel sacrificio e di ferma speranza. Questo è il primo vostro servizio alla nostra Chiesa e a tante sorelle e fratelli in questo tempo in cui abbiamo bisogno di ritrovare le tre virtù teologali che animano il cristiano: la fede, la speranza e la carità.