OMELIA NEL PRIMO GIORNO DELL’ANNO,GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

01-01-2012


‘Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda la pace’. Questo antico augurio che Mosè, su comando di Dio, rivolgeva al popolo ebreo è stato rivolto anche a noi dalla Parola di Dio nella prima lettura di questa S. Messa che celebriamo nel primo giorno del nuovo anno solare 2012.


Fa bene alle nostre menti e ai nostri cuori iniziare l’anno con questa promessa di benedizione divina: ‘il nostro Dio ci guardi ancora con benevolenza e misericordia e ci conceda la pace’. Rasserena i nostri animi anche iniziare il nuovo anno sotto l’intercessione di Maria che festeggiamo oggi col titolo sublime di Madre di Dio e che, nelle litanie, invochiamo come Regina della pace.


Non ci è difficile riconoscere che abbiamo bisogno di ricevere nuova serenità e speranza mentre congediamo un 2011 non privo di preoccupazioni per tante persone e famiglie e ci inoltriamo nel 2012 accompagnati da previsioni caratterizzate dall’incertezza almeno sul piano della tenuta economica, della sicurezza del lavoro e delle garanzie sociali.


A rinnovare la speranza, pur in un momento di innegabili difficoltà, ci invita anche il Santo Padre nel suo tradizionale messaggio di capodanno, Giornata mondiale della pace.


Egli ripropone le parole del salmo 130 che incoraggiano a guardare al futuro con la bella immagine: ‘più che le sentinelle l’aurora’. Al tempo in cui è stato scritto il salmo le sentinelle vigilavano sulle mura della città sempre con l’ansia nel cuore perché, col favore delle tenebre, qualche nemico poteva attaccare. Le prime luci dell’aurora portavano loro nuova serenità d’animo perché era finito il tempo dell’incertezza e del buio.


Il Santo Padre invita anche noi a non lasciarci soffocare da preoccupazioni che possono indurre ad un oscuro pessimismo che non è costruttivo. Stiamo, piuttosto, all’erta come le sentinelle, facendo tutto quello che è in nostro potere sostenuti dalla speranza di veder rischiararsi l’orizzonte come avviene all’aurora di ogni nuovo giorno.


Di questa speranza hanno bisogno in particolare i giovani sia perché sono naturalmente proiettati verso il futuro, sia perché in questo tempo sono, purtroppo, tra le categorie più penalizzate dalla crisi che ci travagli da qualche anno.


Per i giovani il Papa ha un pensiero particolare nel suo messaggio intitolato: ‘Educare i giovani alla giustizia e alla pace’.


Invito tutti a leggere questo importante messaggio pontificio che simbolicamente consegnerò, al termine della celebrazione, alle autorità che sono qui presenti e che ringrazio di aver accolto l’invito a partecipare alla S. Messa del primo giorno dell’anno.


Del messaggio di Benedetto XVI sottolineo brevemente solo le parole che egli mette maggiormente in luce: giovani, educazione, pace e giustizia.


Il Santo Padre ricorda che la costruzione di un futuro di pace e di giustizia sarà in mano alle nuove generazioni e gli adulti possono contribuire a questo futuro educando i figli ad essere uomini di pace di giustizia.


Noi tutti speriamo che l’umanità, l’Europa, l’Italia e il nostro Friuli escano da questo tempo di travaglio grazie ad una profonda purificazione dei cuori e delle menti, perché come il Papa ribadisce, le radici della crisi sono culturali e antropologiche. Dobbiamo entrare in modo nuovo di pensare superando il progetto capitalistico dopo che, qualche decennio fa, è tramontato il progetto marxista e comunista.


Getteremo le basi di un futuro di nuova giustizia sociale – che nessuno dei citati progetti assicurava – se educheremo bene i nostri figli a comprendere bene quale sia la vera giustizia che è alla base, poi, della serena convivenza tra i popoli e della pace.


Più che nuovi programmi economici e nuovi equilibri politici – pur necessari  – l’educazione è l’investimento decisivo per un buon futuro nostro e dei nostri giovani.


Benedetto XVI dà una definizione dell’educazione molto pregnante: ‘è l’avventura più affascinante e difficile della vita’. Non mi soffermo a commentare le indicazioni che il Papa offre per una efficace opera educativo e rinvio alla lettura personale.


Ricordo solo che anche la nostra Arcidiocesi si ritrova in piena sintonia con il pensiero del nostro Pontefice perché da qualche mese abbiamo iniziato un cammino sul tema dell’educazione che ci impegnerà per i prossimi anni.


Desideriamo aiutarci tutti a ritrovare una più forte passione per l’educazione senza cedere ad alcuna rassegnata passività di fronte ad un’avventura che è la ‘più difficile della vita’ ma anche la ‘più affascinante’ per adulti e giovani nella Chiesa e in tutta la società.


La Vergine Maria, assieme allo sposo Giuseppe, è il più alto esempio di cosa significhi essere madre ed educatrice. Ci accompagni con la sua intercessione e invochi con noi la Benedizione del nostro Dio su tutti noi e sui nostri piccoli e giovani mentre varchiamo la soglia di un nuovo anno a cui la Provvidenza ci ha condotto.