Omelia in occasione dell’istituzione del lettorato e accolitato (13 febbraio 2019)

13-02-2019

La Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci aiuta a comprendere l’importanza dei ministeri del lettorato e dell’accolitato che affiderò a sei nostri fratelli.

San Paolo apre il cuore ai cristiani di Filippi e confida loro che è abitato da un’unica grande passione: «La sublime conoscenza di Cristo». Da quando Gesù gli ha messo nell’animo, per opera dello Spirito Santo, questa passione, tutto il resto è diventato come spazzatura da cui liberarsi totalmente.

L’apostolo precisa che cosa significhi la sublima conoscenza di Cristo: «Perché io possa conosce lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dei morti».

Paolo ha conosciuto Cristo quanto ha cominciato a partecipare alle sue sofferenze ed è divenuto conforme alla sua morte; quando, cioè, dopo il battesimo Gesù lo ha conquistato e lui ha iniziato a vivere come Cristo fino a poter affermare: «Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me». Ha rinunciato ad interessi e progetti propri per vivere solo come Gesù e di Gesù per annunciare il suo vangelo e per il bene della Chiesa.

Questo ha comportato per Paolo sofferenze, incomprensioni, persecuzioni fino al martirio. Ma lo ha sostenuto la speranza nella potenza della risurrezione di Cristo; la speranza che, vivendo e morendo come lui, avrebbe partecipato alla sua risurrezione dai morti.

per questa via Paolo è entrato nella «sublime conoscenza di Cristo»; non leggendo di Gesù in un libro e ascoltando una conferenza su di lui ma vivendo di lui e come lui. E’ stata una conoscenza per esperienza; ed è stata una conoscenza mai esaurita per cui l’apostolo confessa: non ho mai finito di conquistarlo finché non arriverò alla meta a cui Dio lo chiama «a  vivere lassù in Cristo Gesù».

È questa conoscenza di Gesù per esperienza che ha affascinato sant’Alberto di Nonantola e che lo a portato a rinunciare alla sua condizione di duca del Friuli per dedicarsi ad una vita monastica. Da quanto il suo cuore è stato conquistato dalla conoscenza di Gesù, tutto il resto è diventato spazzatura.

A questa conoscenza ed esperienza di Gesù sono chiamati tutti i battezzati e, in modo particolari, coloro che nella Chiesa hanno il ministero di annunciare Cristo e di condurre i fratelli ad incontrarlo: i vescovi e i presbiteri.

A questa conoscenza appassionata di Cristo siete chiamati voi, cari seminaristi. Il segno che Gesù vi ha conquistati è quanto tutto il resto vi sembra spazzatura senza valore.

Ma in che modo Gesù è entrato nel cuore di Paolo e di Sant’Anselmo e li ha conquistati? Ci sono due porte fondamentali di accesso.

La prima è la sua Parola che Gesù ha consegnato alla sua Chiesa. La Parola di Dio, che ci giunge attraverso la Sacra Scrittura, porta in noi l’esperienza viva di Gesù. Essa, a differenza di ogni altro libro religioso o di spiritualità, entra in noi e agisce con la potenza dello Spirito Santo. Trasforma i nostri pensieri, sentimenti, desideri in quelli di Gesù stesso; un po’ alla volta ci appassiona di Gesù e ci porta a vivere come lui.

In un giovane che si prepara al sacerdozio, deve crescere lungo gli anni una vera passione per la Parola di Dio perché è passione per Gesù, per entrare sempre più nella conoscenza di lui e per conquistarlo. Allora, quando sarà sacerdote, sentirà viva la chiamata a predicare ai fratelli la Parola di Dio perché, in essa, incontrino Gesù come lui lo ha incontrato.

Ai fratelli che oggi istituisco lettori consegno il libro della Sacra Scrittura perché comincino ad offrirlo ai fratelli con la coscienza che aprono a loro una porta fondamentale per giungere alla «sublime conoscenza di Cristo».

 

La seconda via per entrare in questa conoscenza è la comunione con Gesù nell’eucaristia. Nella celebrazione di questo sacramento noi entriamo realmente in comunione con la morte di Cristo perché egli ci dona il suo Corpo dato in sacrificio per noi e il suo Sangue versato per la nuova alleanza. Partecipiamo, come scriveva Paolo ai Filippesi, «alle sue sofferenze diventandogli conformi nella morte». Nella comunione con lui nell’eucaristia, Gesù vive in noi, ci dà la grazia e la forza del suo Spirito per vivere come lui e donare la vita come lui per entrare nella sua risurrezione.

I fratelli che istituisco accoliti riceveranno il ministero di servire più direttamente a Gesù che si dona nell’eucaristia. Potranno portarlo ai fratelli, specialmente a coloro che sono deboli e malati.

Sarà per loro un passo verso il ministero sacerdotale nel quale sarà centrale la presidenza della celebrazione eucaristica grazie alla quale potranno offrire Gesù ai fratelli perché vivano di lui e siano conquistati dalla sublime conoscenza del suo Mistero.

 

Lo Spirito Santo rinnovi in noi e, in particolare, nel fratelli che riceveranno i ministeri di lettore e accolito, la passione di Paolo e di Sant’Anselmo per la «sublime conoscenza di Cristo» e l’impegno di «correre ogni giorno per conquistarlo».

 

Seminario di Castellerio, mercoledì 13 febbraio 2019