Omelia in occasione delle esequie di don Luigi Del Giudice (11 maggio 2017)

11-05-2017

Cari fratelli e sorelle,

 

abbiamo ascoltato le parole di S. Paolo: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui. Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui». Don Luigi Del Giudice era stato battezzato nella morte di Cristo all’inizio della sua esistenza terrena con il sacramento del battesimo che aveva ricevuto nel paese natale di Rivolto. Questo battesimo nella morte di Cristo lo ha completato nell’ultimo tratto di vita che gli ha riservato un calvario pesante e doloroso sia per il suo corpo che per la sua sensibilità e la sua anima. I confratelli che gli sono stati vicini e lo hanno confortato, mi hanno parlato di come don Luigi abbia affrontato la malattia con lucida coscienza e grande forza interiore, com’era del suo carattere; ma, specialmente, con grande fede. Ha chiesto e ricevuto i sacramenti fino all’Unzione degli infermi e al Viatico per avere la forza di stare sulla sua ultima croce in totale comunione con Gesù e morire affidato a lui come per lui aveva voluto vivere i suoi quasi 53 anni di sacerdozio. Per il cristiano il  momento della morte fisica è il suo “dies natalis”, il giorno della nuova nascita. Così l’ha accolta e ha avuto la grazia di viverla don Luigi portando a compimento la comunione di fede e di amore con Gesù crocifisso che era  iniziata con il battesimo e si era approfondita con l’ordinazione sacerdotale.  

 

Confortati da questa sua ultima testimonianza, lo accompagniamo all’incontro definitivo con Gesù crocifisso e risorto per il quale ha speso gli anni terreni e nel quale è morto. Il nostro affetto riconoscente si trasforma in preghiera di suffragio con la quale chiediamo a Dio Padre che, nella sua misericordia, riservi al caro don Luigi la grazia che San Paolo ci ha annunciato: dopo aver vissuto la morte del suo uomo vecchio in comunione di fede con Gesù crocifisso, si trovi accolto da lui che è risorto dai morti perché vincano la morte anche quanti credono in lui.

 

Preghiamo perché Dio guardi i frutti di fede e di carità che don Luigi ha saputo far maturare durante gli anni di sacerdozio e che ora può consegnare, come servo fedele. al suo Signore nel momento del giudizio finale.

 

Questi frutti li abbiamo conosciuti anche noi frequentando don Luigi e ricevendo da lui qualcosa della sua ricchezza umana e spirituale. Ognuno conserva vivo il suo ricordo personale di questo sacerdote e ha motivo per dire un grazie a Dio per averlo incontrato e un grazie a don Luigi per ciò che ha ricevuto.

 

Personalmente, mi sento di mettere davanti al Signore la fede solida e, insieme, mai scontata che ho sempre intuito in lui. La sua era una fede autentica, ricevuta in famiglia e in parrocchia e coltivata con una fedele vita sacramentale e di preghiera. Insieme, grazie anche alla sua vivacità intellettuale, aveva una fede sempre in ricerca, che si lasciava interrogare dalle situazioni della vita e delle persone. La grande fonte a cui attingere per nutrire la propria fede, era la Parola di Dio di cui era appassionato e che cercava continuamente di approfondire con la meditazione e lo studio della teologia.

 

Questa ricerca e questo continuo arricchimento non nascevano da una curiosità da tenere per sé ma, da vero ministro della Parola di Dio, si sentiva mandato a condividere con le persone quanto aveva profondamente meditato. Nasceva da questa sorgente interiore la sua predicazione sempre preparata e significativa per chi ascoltava. Nasceva la passione educativa che ha coltivato per tanti anni di stimato insegnamento all’istituto magistrale “Percoto”, nell’associazione dei Maestri cattolici e nelle lezioni all’università per la Terza età.

 

Dalla sua ricchezza spirituale, frutto di una costante preghiera e meditazione, hanno ricevuto conforto e consiglio tanti penitenti che, nel duomo di Codroipo, hanno trovato in lui un confessore preparato e, insieme, capace di accoglienza e di ascolto dell’animo dei fratelli.

 

Pur sobrio nel modo di presentarsi, don Luigi aveva maturato un animo seriamente attento alle persone, capace di farsi carico delle loro necessità materiali e, specialmente, morali e spirituali, fedele e affidabile nel consiglio.

 

Mi limito a questi brevi cenni sul caro don Luigi ai quali ognuno di noi può aggiungere, come dicevo, tanti altri ricordi personali. Portiamoli, ora, nella nostra preghiera per lui che innalziamo al Padre di Gesù Cristo come ultimo atto di amore che doniamo a don Luigi.

 

Abbiamo ascoltato nel Vangelo: «Chi ascolta la mia parola e crede e a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita».  Quella Parola del suo Signore che don Luigi ha fedelmente meditato e trasmesso lungo tutto il suo sacerdozio abbia ora la grazia di ascoltarla, per così dire, a viva voce da Gesù contemplando la bellezza del suo Volto risorto nella comunione dei Santi.

 

Codroipo, 11 maggio 2017