Omelia in occasione delle esequie di don Gino Paolini

11-08-2020

Cari Fratelli e Sorelle, 

Dio Padre, nella sua misteriosa Provvidenza, ha chiamato a sé l’amato e stimato don Gino Paolini. Noi che lo abbiamo conosciuto da vicino, abbiamo sentito un dovere di carità riunirci per partecipare alla Santa Messa di esequie in suo suffragio. 

Come ci ha ricordato San Paolo nella prima lettura, don Gino col battesimo ha incontrato Gesù Cristo che lo ha unito a sè nella vita e nella morte. Questa comunione tra Cristo e don Gino si è rafforzata con l’Ordinazione sacerdotale grazie alla quale egli ha consacrato tutto se stesso alla missione di portare Cristo ai fratelli e i fratelli a Cristo attraverso, specialmente, la predicazione della Parola di Dio, la celebrazione dell’Eucaristia e il sacramento della riconciliazione. 

A questa donazione di sé don Gino è rimasto sempre fedele per ben 57 anni andando nelle comunità a cui  l’obbedienza ai suoi Vescovi lo inviava. Tante sono state le tappe del suo ministero: da cappellano a Buttrio a giovane parroco di Bueris per passare, successivamente, a Rualis, a S. Pietro al Natisone e a Santa Margherita del Gruagno. Dopo queste esperienze di parroco, gli è stata chiesta la disponibilità ad offrire il ministero della consolazione come cappellano dell’Ospedale civile di Udine. E’ giunto, infine, come parroco, a Galleriano, Sclaunicco e Santa Maria di Sclaunicco da dove ha chiesto di ritirarsi per i raggiunti limiti di età e per l’accentuarsi dei problemi di salute.  Ha continuato, ugualmente, a rendersi disponibile a collaborare con i nuovi parroci, succeduti a lui, nella celebrazione delle Sante Messe, nel sacramento della riconciliazione e in altri servizi. Negli ultimi mesi è stato costretto a rinunciare ad ogni servizio perché le sue condizioni fisiche erano molto peggiorate a causa della grave malattia che lo ha condotto alla morte.

Scorrendo il percorso che don Gino ha fatto negli anni del suo sacerdozio, colpiscono i tanti cambi che ha accettato di affrontare in obbedienza. Essi ci rivelano che nel suo cuore c’era una totale disponibilità al servizio della Chiesa diocesana là dove c’era bisogno senza mettere davanti pretese o progetti personali. È stato un umile servitore del Signore e della sua Chiesa, sostenuto dalle virtù della fedeltà e della generosità. 

Possiamo aggiungere che nelle comunità in cui ha svolto il suo ministero sacerdotale, don Gino ha lasciato nelle persone un ricordo bello della sua presenza, rimasto vivo anche a distanza di molti anni dalla sua partenza. Ha lasciato il ricordo della sua sensibilità umana, della sua disponibilità ad accogliere e ad ascoltare, della delicatezza e del rispetto verso la situazione di ogni persona, della saggezza e dell’equilibrio nel consigliare quanti mettevano nelle sue mani i loro problemi. 

Queste sono le virtù che si ritrovano nel cuore di un buon pastore e don Gino è stato un buon pastore a immagine di Gesù al quale aveva consacrato tutta la sua esistenza. Questo è stato il segreto profondo della sua vita: il suo rapporto di fede e di amore con il Signore Gesù con l’impegno ad essere docile strumento della sua presenza in mezzo ai fratelli. 

Nel vangelo abbiamo ascoltato Gesù che, pochi giorni prima della sua morte, si presenta come il chicco di grano che accetta di morire sotto terra per produrre molto frutto. Ed egli invita gli apostoli a seguire la sua stessa strada: «Chi ama la propria vita la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua e, dove sono io, sarà anche il mio servitore».

Possiamo testimoniare che per don Gino queste parole di Gesù sono state il suo programma di vita, Si è speso come un chicco di grano donando tutto se stesso in silenzio, nella discrezione, senza far rumore e attirare su di sé l’attenzione della gente. Questo era il suo stile ispirato a quello di Gesù che ha servito nei fratelli e nella fedeltà quotidiana.

A chi lo seguirà perdendo per lui tutta la vita, Gesù promette: «Dove sono io sarà anche il mio servitore». Questa è la grazia finale che vogliamo invocare per don Gino in questa nostra Santa Messa di esequie per la sua anima. Gesù risorto lo accolga tra gli apostoli e tra tutti i pastori della Chiesa che sono stati suoi servi fedeli. Abbia la gioia, nella sua umiltà, di sentirsi “onorato” da Dio Padre in eterno.  

Cividale, 11 agosto 2020