Omelia in occasione delle esequie di don Angelo Zilli

12-01-2015
Cari sacerdoti e fedeli,
la Parola di Dio ha accompagnato la vita e il sacerdozio di d. Angelo Zilli e illumina anche la nostra preghiera in questa S. Messa di suffragio e ci tiene ancora in comunione con lui anche se ci ha definitivamente lasciati da questa vita terrena.
 
Abbiamo ascoltato San Paolo: “Fratelli, sappiamo che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani d’uomo, nei cieli”.
 
L’abitazione che d. Angelo aveva ricevuto su questa terra, il suo corpo mortale, si era ormai totalmente disfatto. Lo avevano consumato gli anni, 94 di esistenza terrena di cui ben 72 donati a Cristo e alla Chiesa nel sacerdozio.
 
Ma, più ancora, d. Angelo ha veramente consumato il suo corpo e ogni sua energia in un generoso e instancabile dono di sè durante tutta la sua lunga giornata terrena. È stato un operaio della prima ora nella vigna del Signore perché a 22 anni era già ordinato sacerdote, con dispensa speciale della Santa Sede; ed è stato un servitore fedele che non ha fatto calcoli nella sua missione, anche quando essa ha richiesto non piccole fatiche e sofferenze. Si è sempre, fin nel più profondo dell’animo, sentito sacerdote a servizio della sua Chiesa di Udine e nel ministero, a cui Dio lo aveva chiamato, ha convogliato le notevoli doti ricevute dalla Provvidenza.
 
Anche se fin dall’inizio aveva manifestato la volontà di essere prete non per le costruzioni ma per la salvezza delle anime, resta nella memoria il suo geniale impegno per costruire e restaurare importanti strutture diocesane. Appena ordinato prete è stato inviato a Basaldella dove, nell’immediato dopo guerra, si è impegnato a far sorgere ambienti necessari per l’attività pastorale. A 29 anni ha ottenuto di essere accolto nella comunità, di recente costituzione, degli oblati diocesani e, in obbedienza al vescovo, si è dedicato al santuario mariano di Monte Lussari e, successivamente, al santuario di Madonna Missionaria, con l’adiacente castello.
 
La Provvidenza lo ha portato a dedicarsi a due santuari dedicati a Maria e l’impegno che d. Angelo ci ha messo rivela un tratto della sua spiritualità: la devozione alla Madre di Dio che viveva personalmente e alla quale ha cercato di invitare tante persone.
 
Dalla sua profonda vita spirituale, coltivata con scrupolosa fedeltà, nasceva anche la  passione per la predicazione del vangelo ai fedeli e per la loro formazione cristiana. Dotato di una efficace capacità di comunicazione, d. Angelo ha percorso la diocesi di Udine e ne ha varcato i confini per predicare missioni popolari, tridui e novene, incontri di spiritualità. Possiamo riconoscere in lui un po’ dello spirito missionario dell’apostolo Paolo, quando scrive: “L’amore di Cristo ci spinge ad annunciare il vangelo”. E’ stato certamente questo spirito apostolico che lo ha motivato nella richiesta di essere oblato diocesano, per rendersi disponibile a tutta la Chiesa diocesana e alla sua opera di evangelizzazione.
 
Proprio l’amore per la Chiesa di Udine è un altro tratto della spiritualità sacerdotale di d. Angelo Zilli. Il suo sguardo non si chiudeva negli orizzonti di una parrocchia ma si sentiva prete per tutta la diocesi, condividendo la responsabilità pastorale del vescovo al quale si sentiva legato da una forte promessa di obbedienza. Ha preso sul serio l’obbedienza e l’ha vissuta da uomo e sacerdote adulto che con schiettezza e spirito costruttivo sapeva far presenti le proprie posizioni ma pronto a mettersi a disposizione là dove il vescovo gli indicava delle necessità; perché al primo posto non c’erano i suoi interessi ma le esigenze della Chiesa e delle persone.
 
Una particolare sensibilità d. Angelo l’ha avuto nei confronti dei confratelli sacerdoti. Diventare oblato ha significato legarsi in modo stretto con alcuni di loro vivendo in fraternità spirituale e concreta. Tra i sacerdoti ha lasciato un ricordo di stima e di affetto che ho colto anche in questi giorni. Stima e riconoscenza la lascia anche nel cuore di tanti laici con i quali spesso ha creato legami di autentica amicizia grazie alle sue doti umane di ascolto e attenzione alle persone. Era pronto alla solidarietà e a stimolare solidarietà verso chi si trovava in necessità e sapeva farlo con grande fedeltà.
 
Ho richiamato con poche parole alcuni tratti dell’umanità e della spiritualità del caro d. Angelo; altri ne potranno aggiungere coloro che lo hanno conosciuto molto meglio di me. Credo, comunque, che siano sufficienti per ringraziare, in questo momento, Dio di averci donato un sacerdote di autentica qualità e per ringraziare d. Angelo accompagnandolo con la nostra fraterna preghiera. Il Signore Gesù lo accolga tra i suoi servi fedeli e lo faccia sedere accanto a sé nel banchetto eterno dove sta trovando tanti amici che ha conosciuto, amato e aiutato durante il suo lungo pellegrinaggio terreno.