Omelia in occasione della Santa Messa con i giornalisti (24 gennaio 2018)

24-01-2018

Cari giornalisti e operatori del mondo della comunicazione sociale,

 nella festa del vostro patrono, san Francesco di Sales, attira la nostra attenzione il tema del messaggio che Papa Francesco ha scritto per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali: “«La verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Fake news e giornalismo di pace”.

Con questo tema il Santo Padre vuol entrare nel vivo di una tendenza che si sta affermando all’interno dei mezzi di comunicazione sociale e che fa problema. In proposito il comunicato della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede si esprime in questo modo: “Il tema che il Santo Padre Francesco ha scelto per la 52ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2018 riguarda le cosiddette “notizie false” o “fake news”, cioè le informazioni infondate che contribuiscono a generare e ad alimentare una forte polarizzazione delle opinioni. Si tratta di una distorsione spesso strumentale dei fatti, con possibili ripercussione sul piano dei comportamenti individuali e collettivi. In un contesto in cui le aziende di riferimento del social web e il mondo delle istituzioni e della politica hanno iniziato ad affrontare questo fenomeno, anche la Chiesa vuole offrire un contributo proponendo una riflessione sulle cause, sulle logiche e sulle conseguenze della disinformazione nei media e aiutando alla promozione di un giornalismo professionale, che cerca sempre la verità, e perciò un giornalismo di pace che promuova la comprensione tra le persone”

Non mi soffermo sul sistema delle “fake news” al quale il messaggio pontificio riserva una precisa analisi e giudizio. Richiamo, piuttosto, un momento la nostra attenzione sull’affermazione di Gesù che Papa Francesco ha scelto come titolo del suo messaggio: “La verità vi farà liberi”.

E’ una dichiarazione di straordinaria grandezza, un lampo di luce dentro la storia del pensiero umano. L’evangelista Giovanni l’aveva sentita con le sue orecchie e, avendone colto tutta l’importanza, l’ha riportata nel suo vangelo perché  fosse punto di riferimento per tutti.

Constatiamo, prima di tutto, che l’affermazione di Gesù va contro un modo di concepire la libertà che si è diffuso nella mentalità contemporanea e che tende, piuttosto, a contrapporre verità e libertà. Mi riferisco al soggettivismo che esalta la libertà di ogni persona al punto che ad essa non deve essere imposta nessuna verità già precostituita, ma deve essere rispettata nel suo diritto inalienabile di scegliere quello che  crede il suo bene o il suo male. Non esiste un bene e un male già stabiliti a cui la libertà dell’uomo è chiamata ad adeguarsi, ma ognuno è libero di fare quello che vuole; purché non infranga alcune regole di convivenza sociale che la società si è data. E’ evidente che la mentalità soggettivistica contrappone libertà a verità. Essa, infatti, considera la libertà come il diritto di ogni persona a farsi padrona della propria vita, di decidere il proprio bene e il proprio male come se non esistesse una verità sul bene e sul male proprio e degli altri a cui  adeguarsi.

Questa mentalità, che vuol esaltare la libertà, non sta rendendo, però, le persone più libere ma, piuttosto, più aggressive e litigiose tra loro nei rapporti sociali perché ognuno è portato a imporre all’altro il proprio punto di vista che considera intoccabile. Nelle comunicazioni di massa, poi, se viene meno il rispetto della verità non può che affermarsi il potere di chi ha in mano i mezzi di comunicazione. Questi nuovi padroni del mondo hanno solo l’obiettivo di affermare il proprio potere influenzando le menti e le emozioni delle persone attraverso l’uso disinvolto anche di notizie false. Mirano a comandare creando e imponendo subdolamente –come i mezzi di comunicazione permettono di fare – un pensiero unico a cui tutti supinamente si adeguano. Un tale progetto sarebbe una vera dittatura che mortifica la libertà delle persone e che si basa sulla mancanza di rispetto della verità. Quando non si rispetta la verità si soffoca la libertà.

Nello scenario, che ho descritto in modo anche troppo sommario, splende l’estrema attualità dell’affermazione di Gesù: “La verità vi farà liberi”. Egli ci ricorda che la grandezza dell’uomo non sta nel voler farsi, a suo piacimento, padrone della verità ma nell’essere umile e onesto cercatore della verità. Gli uomini  veramente liberi sono coloro che non pretendono di crearsi da soli un senso e una speranza per la vita ma che instancabilmente li cercano in Colui che può rivelarli loro. Gli uomini liberi sono coloro che sanno che la Verità è più grande della loro mente e del loro cuore e, per questo, la rispettano religiosamente cercando di comprenderla sempre di più. Questi uomini sanno rispettare anche la libertà degli altri perché non vogliono farsi padroni di nessuno ma aiutare anche altre persone a condividere con loro la ricerca della verità.

Colui che ha affermato: “la verità vi farà liberi”, si è anche presentato con queste parole: “Io sono la Verità”. Sul volto e nelle parole di Cristo splende la verità per ogni uomo e per tutta l’umanità. Contemplando il suo volto e meditando le sue parole, grandi uomini hanno creato la nostra civiltà. Non smarriamo questa strada maestra.