Omelia in occasione della S. Messa nella solennità dei Santi Patroni Ermacora e Fortunato (12 luglio 2020)

12-07-2020
Cari Fratelli e Sorelle, 
tutta l’Arcidiocesi e, in particolare, la città di Udine celebrano la festa dei Santi Patroni, Ermacora e Fortunato. 
Il titolo di “Patroni” indica che essi sono coloro che ci difendono e che intercedono per noi. Quest’anno, segnato dall’emergenza epidemiologica creata dal corona virus, abbiamo un motivo particolare per rivolgere a loro una comune preghiera. 
La prima preghiera è di ringraziamento perché, pur attraversando momenti difficili, il Friuli e la città di Udine sono stati abbastanza salvaguardati dal contagio. Per mesi, ogni sera abbiamo invocato la nostra potente Patrona, la Beata Vergine delle Grazie, davanti alla sua icona miracolosa e, assieme a lei, ci siamo rivolti anche ai Santi Patroni. In questa Santa Messa rendiamo grazie alla Provvidenza di Dio e all’intercessione di Maria e di Ermacora e Fortunato. 
Rinnoviamo, anche, una fiduciosa supplica perché continuino ad esserci “Patroni” anche per il prossimo futuro che non è privo di incertezza e di preoccupazione. Con questa intenzione concluderemo la celebrazione con la tradizionale benedizione sulla città con le reliquie dei Patroni.
 
Oltre al Covid-19, desidero dedicare un po’ di attenzione ad altri virus, non meno subdoli e pericolosi, che ci vengono inoculati. Essi non minano la salute fisica, ma quella delle menti e delle coscienze delle persone. 
Ermacora e Fortunato si sono confrontati con questi virus di natura morale e spirituale e, illuminati dalla fede cristiana, li hanno rifiutati, pagando il prezzo del martirio. 
Perché i nostri Patroni sono stati condannati a morte? Non avevano commesso alcun crimine; anzi, predicavano una dottrina basata sull’amore e contribuivano, in modo esemplare, al bene della città di Aquileia. L’unico reato di cui furono accusati fu quello di rivendicare la libertà di pensiero e la libertà di coscienza. L’imperatore romano imponeva, con leggi ingiuste, una schiavitù alle menti e alle coscienze costringendo tutti a rendere culto alla sua persona e alla sua statua, come se fosse un essere divino. Ermacora e Fortunato, assieme a tanti altri cristiani dei primi secoli, decisero di restare uomini liberi; liberi di credere che Gesù e non l’imperatore era Figlio di Dio davanti al quale inginocchiarsi ed era il Maestro dal quale imparare come vivere e come morire. 
Per usare un’espressione cara sia a Papa Benedetto XVI che a Papa Francesco, essi si opposero alla “dittatura del pensiero unico” in nome della loro dignità di persone umane che hanno l’intangibile diritto di professare la propria fede e di avere la libertà di pensiero. Si opposero in modo benevolo e inerme, senza alcuna violenza né fisica, né verbale; come testimoniano i racconti delle loro “Passioni”. Eppure l’esito fu il martirio.
 
Mi sono soffermato sulla testimonianza dei nostri Patroni perché è assolutamente attuale. Il tentativo di imporre la dittatura del pensiero unico è un virus che ancora serpeggia nella nostra società. Esso si insinua subdolamente anche nella legislazione degli Stati. Un esempio è la Proposta di legge “in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere” allo studio del Parlamento italiano.
Apparentemente i firmatari sono mossi da nobili intenti di salvaguardare il rispetto di ogni persona, qualunque sia il suo orientamento sessuale. Di fatto, molti studiosi di diritto hanno dimostrato che questo rispetto è già garantito delle leggi in vigore. Questa Proposta di legge, invece, mira a condizionare, sotto pena di reato, la libertà di pensiero e di espressione sul tema dell’identità sessuale della persona. Leggendola, essa suscita un non infondato timore che potrebbe diventare passibile di denuncia chi esprime alcune verità affermate dalla Rivelazione cristiana; come, ad esempio, che Dio creò l’uomo “maschio e femmina” e che consegnò loro la grande vocazione di generare figli nati dal grembo della propria mamma con il concorso fisico e affettivo del papà, uniti tra loro da un amore fedele per sempre. Non mi dilungo in altri preoccupanti esempi che si possono leggere in analisi di esperti. 
Forse nuovi imperatori, con mezzi più raffinati di quelli antichi, cercano di soffocare la libertà di pensiero e di coscienza? Hanno di mira specialmente la dottrina cristiana perché, come in passato, è la più scomoda? 
Non è difficile notare analogie con la situazione in cui si trovarono a vivere i Santi Ermacora e Fortunato che pagarono col martirio la libertà di coscienza ricevuta da Gesù Cristo nel battesimo. 
Preghiamoli in questa Santa Messa perché proteggano, in particolare, le famiglie che, per prime, sono prese di mira da questi virus tossici. Preghiamoli per la nostra Udine perché in essa si respirino i grandi valori cristiani trasmessi dall’esempio e dal sangue dei suoi Santi Patroni.  
 
Udine, 12 luglio 2020