Omelia in occasione della «Festa diocesana della vita 2016»

06-02-2016

Care sorelle e fratelli,

torniamo per qualche minuto a meditare la pagina del Vangelo di Luca che ci è stata proclamata. Gesù, per annunciare la sua parola, sale sulla barca di Simon Pietro dato che la gente si accalcava sulla riva. Ad un certo punto smette il suo insegnamento e, davanti a tutti, mette alla prova la fede di Pietro invitandolo a prendere il largo e a gettare, in pieno giorno, le reti per la pesca. La richiesta del Signore era contro ogni buon senso umano perché Pietro e i suoi compagni venivano da una notte di sforzi inutili. Ma ecco il primo passo della fede: “Sulla tua parola getterò le reti”. Pietro si fida della parola onnipotente di Colui che aveva creato il mondo e che in quel momento era ospite della sua povera barca ed aveva il potere di compiere opere di salvezza umanamente impensabili. 

Dopo la pesca miracolosa, Gesù propone a Pietro il secondo passo di fede, proprio mentre in ginocchio, gli chiedeva di allontanarsi dalla sua barca perché era la barca di un peccatore. Non solo Gesù non si allontana ma gli spalanca un’inaspettata prospettiva “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Lo invita ad affidarsi totalmente a lui ed essere suo collaboratore nella missione di redenzione degli uomini. E Pietro lascia la barca con Gesù, pronto a condividere fino in fondo il suo destino.

Chiediamo anche per noi la grazia di avere la fede di Pietro mentre siamo riuniti per rinnovare il nostro impegno a difesa della vita umana e per pregare perché i cuori degli uomini non perdano questa sensibilità fondamentale: il senso del rispetto per la vita.

Abbiamo bisogno della fede di Pietro per non stancarci, per non rassegnarci, per non cedere progressivamente all’indifferenza. L’impresa, infatti, può apparirci umanamente impossibile come la pesca che Gesù chiedeva di fare al suo discepolo. Continua, infatti, anche in questo tempo l’azione contro la vita nascente; lo testimonia l’alto numero di aborti attuati nella nostra Regione con diversi metodi e strumenti. Continua un’azione che tende di fatto ad indebolire il valore unico e impagabile della famiglia e a far perdere il senso comune del rispetto dei bambini e del loro diritto di nascere e crescere nell’ambiente naturale di un padre e di una madre.

Questa azione si sta avvalendo di potenti strumenti di persuasione come sono i mezzi di comunicazione sociale che, purtroppo, a qualunque osservatore neutrale si rivelano per buona parte unilateralmente schierati.

In questo contesto, la nostra parola non può non sembrarci troppo debole per attirare l’attenzione. E non perché non abbiamo argomenti convincenti ma perché, al posto di un pacato e onesto confronto, si ricorre ad altre strategie di persuasione poco trasparenti ma efficaci nell’ingenerare confusione.

In questa situazione è comprensibile la tentazione alla rassegnazione; come Pietro che aveva ormai abbandonato le reti nel fondo della barca, convinto di aver fatto tutti gli sforzi possibili. Per questo dobbiamo chiedere la grazia della fede. Anche a noi questa sera Gesù ripete: “Non contante solo sulla vostra debole parola ma sulla mia Parola gettate le reti”. Confidando sulla potenza della parola del Vangelo noi continuiamo ad annunciarlo, non fermandoci a misurare i risultati immediati ma gettando ancora il seme su ogni terreno, come il seminatore evangelico. Sarà la forza di quel Seme della Parola di Gesù a germogliare e portare frutto.

Anche a noi Gesù rivolge l’invito: “Seguitemi. Vi farò pescatori di uomini”. Coloro che si impegnano nelle nostre benemerite associazioni a favore della vita sono veramente pescatori di uomini; anzi, pescatori di bambini e delle loro mamme le quali, con la nostra solidarietà hanno la gioia di dare alla luce la loro creatura. Le aiutiamo ad evitare la tragedia dell’aborto che anche recentemente ho sentito con le mie orecchie quanto sia devastante.

Preghiamo, allora, in questa S. Messa e nella successiva adorazione eucaristica chiedendo la fede di Pietro per noi e per quanti si stanno impegnando concretamente a difesa della vita umana. Sia essa la forza soprannaturale che ci sostiene nell’impegno a testimoniare con le parole e con i fatti il Vangelo della vita. 

 

Udine, Basilica delle Grazie, 6 febbraio 2016