OMELIA IN OCCASIONE DEL “VOTO CITTADINO”

27-10-2013


 


Care sorelle e fratelli,


i vangeli ci riportano solo una preghiera di Maria rivolta a Gesù, suo figlio. La troviamo nel racconto delle nozze di Cana di Galilea a cui erano stati invitati Gesù, sua madre e gli apostoli. Questa preghiera ha la forma di una supplica accorata: “Non hanno più vino!”. In queste poche parole Maria mostra tutto il suo cuore di madre che soffre perché vede che la festa dei suoi figli si sta rovinando per l’imprevista mancanza di vino, tutta la sua fede in Gesù e nella sua potenza divina di fare il miracolo, tutta la sua consapevolezza di poter influire sul cuore del figlio.


“Non hanno più vino”: questa è la preghiera che oggi chiediamo a Maria di rivolgere ancora a Gesù. Rivolga questa supplica al suo Figlio Benedetto a favore della città di Udine che in questa S. Messa rinnova l’annuale voto cittadino a lei, Beata Vergine delle Grazie.


Cresce anche nella nostra città la preoccupazione che si stia esaurendo il vino buono che ci permette di vivere bene e di far festa assieme. Immediatamente ci vengono in mente le ristrettezze economiche in cui si stanno dibattendo tanti cittadini, la carenza di lavoro specialmente per i giovani, le preoccupanti fibrillazioni che attraversano il mondo politico.


Mettiamo nelle mani di Maria queste gravi preoccupazioni come fecero i nostri antenati quando erano travolti da gravi epidemie.


Desidero, però, attirare l’attenzione su un vino buono di cui poco si parla e che temo stia scarseggiando: il dono della sapienza, di quella saggezza che permette di comprendere che cosa sia giusto e sbagliato, che cosa dia senso alla vita e che cosa rovini il valore della vita.


Questa sapienza è un dono dello Spirito Santo che i cristiani ricevono col sacramento del battesimo e della cresima. Essa è stata per secoli e secoli un patrimonio comune di tutti, una luce interiore che rischiarava le coscienze. È stata il vino buono che donava serenità ai cuori e gioia alla vita comunitaria.


Da certi segnali preoccupanti mi nasce il timore che questa sapienza stia scarseggiando e che non ci facciamo caso, come gli invitati alle nozze di Cana che non andavano a verificare se ci fosse ancora vino.


Ad esempio, non vedo più sapienza nelle posizioni di chi non difende, come bene primario, la famiglia formata da padre, madre e figli. Non capisco che società buona possano immaginare coloro che propongono programmi politici ed economici che non prevedono un’attenzione e un sostegno specifico e rilevante a questa famiglia. La società è come la nostra pelle che è sana se sono sane le cellule che la compongono. La famiglia è l’insostituibile cellula vitale per una società in cui i nostri figli potranno vivere bene.


Guardando poi al campo dell’educazione, stanno serpeggiando anche in mezzo a noi idee e proposte che tendono a “scardinare” già nei piccoli la bellezza della naturale differenza sessuale, dell’essere stati creati maschio o femmina. Il verbo forte che ho usato non è mio ma lo ho letto in uno di questi programmi. Non vedo più sapienza in questi progetti educativi, ma solo la volontà di insegnare a vivere una libertà che non potrà che essere triste.


Tra poco faremo la nostra supplica alla Vergine delle Grazie per tutta la nostra città. Come a quelle nozze di Cana ella torni a ripetere la sua supplica a Gesù: ” Non hanno più vino”. Invito tutti ad unirsi al preghiera di Maria, nostra Madre, e ad aprire le menti e i cuori per ricevere il vino buono della sapienza; quella sapienza che sgorga dal vangelo. È l’unica che dà senso alla vita di ognuno, che permette di vivere bene in comunità e di far crescere la solidarietà tra di noi.


Nelle litanie veneriamo Maria col titolo di “Sede della Sapienza”. La Vergine l’ottenga e la mostri anche a noi perché sappiamo vivere come lei. Il suo è il modo migliore per impegnare i giorni della nostra esistenza. Vergine delle Grazie prega per noi.