Omelia in occasione del “Voto cittadino” (25 ottobre 2020)

25-10-2020
Cari Fratelli e Sorelle,
il voto cittadino che rinnoviamo durante la Santa Messa in onore della Beata Vergine delle Grazie, assume quest’anno un forte significato. Come i cittadini di Udine del 1555 ci troviamo anche noi vittime di un’epidemia che non ci dà tregua. Dopo il rallentamento estivo i contagi sono ripartiti senza controllo nonostante i tentativi di arginarli con ripetuti decreti ministeriali e altri protocolli, certamente necessari. Non possiamo nascondere che ci sentiamo tutti in uno stato di insicurezza per la salute nostra e dei nostri cari e per le prospettive future della nostra vita. Come i nostri antenati del 1500 siamo, di fatto, in balia di un microrganismo insidioso e imprevedibile che la scienza non ha ancora armi per sconfiggere.
In questa situazione che ci coinvolge tutti, siamo venuti davanti alla venerata Icona della Beata Vergine delle Grazie per rinnovare ancora una volta il voto cittadino. Concluderemo la S. Messa con la preghiera di supplica che ho scritto e ho ripetuto tutte le sere durante i mesi faticosi del lock down. Nel momento in cui le nostre risorse umane mostrano pesantemente i loro limiti sentiamo tutti che avremmo bisogno di una grazia straordinaria di liberazione ottenuta da Maria, nostra Madre celeste. Contemporaneamente sentiamo, anche, che per implorare questa grazia ci viene chiesta tanta fede in Maria e in Gesù, suo Figlio, presso il quale Lei sempre intercede, come nel miracolo delle Nozze di Cana. 
Ma abbiamo ancora questa fede o ci rendiamo conto che il nostro cuore si è disabituato a credere e a pregare? Questa pandemia, che ci sta mettendo in ginocchio, ci stimola a ritrovare e a purificare la nostra fede che era più forte nei nostri antenati quando essi hanno deciso di venire in questo santuario a fare un voto a Maria, guidati dal Vescovo e dalle autorità civili?
Mi pongo queste domande anche nella mia lettera pastorale che verrà diffusa mercoledì e che avrà per titolo: «I loro occhi riconobbero il Signore. Per una Chiesa purificata dalla tribolazione». Ho deciso di scriverla per suggerire a tutti di vivere questo tempo tribolato come una prova che può purificarci e portarci a ritrovare che cosa sia veramente essenziale per la vita. Essenziale è, sicuramente, la salute fisica, essenziali sono i rapporti tra di noi e più essenziale ancora è la fede in Dio.
Con profonda sincerità, possiamo riconoscere di meritare il rimprovero che Gesù rivolse a Pietro dopo averlo salvato, con gli altri apostoli, dalla tempesta sul lago: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Chiediamo allo Spirito Santo: «Aumenta la nostra poca fede». E rivolgiamoci con cuore umile alla Beata Vergine delle Grazie implorando la sua intercessione per essere liberati dal male. Chi tra noi ha la grazia di avere una fede più forte preghi intensamente anche per gli altri e per la salvezza di tutti.
Mentre invochiamo: «Liberaci dal male», preghiamo anche perché questo tempo di prova sia provvidenziale occasione per purificare i nostri interessi e farci apprezzare i tesori per i quali val la pena di spendere la vita. Abbiamo la risposta nelle parole di Gesù appena ascoltate: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e amerai il prossimo tuo come te stesso». Ecco ciò che vale: salvaguardare l’amore nella nostra vita personale e sociale. 
Questo è impegno che riguarda tutti; ma permettete che riservi un pensiero particolare a quella realtà, unica nel suo genere, che ha come vocazione propria quella di vivere e di diffondere l’amore. Mi riferisco alla famiglia: comunità originaria creata dall’amore tra un uomo e una donna che si espande nei figli e che è tenuta unita da una fedeltà che regge nella buona e nelle cattiva sorte. 
Come ho fatto in altre occasioni, sulla scia delle chiare affermazioni del Magistero della Chiesa, torno a ripetere l’invito a sostenere e proteggere  la famiglia, insidiata da virus di natura diversa dal Covid-19. In questo senso, ritengo particolarmente indovinata l’iniziativa del Governo regionale di promulgare una legge organica a favore dei diritti originari della famiglia e a sostegno della sua missione di generare ed educare figli di cui anche il Friuli ha drammatico bisogno.
Le famiglie sono fari di luce e fonti di calore che tengono vivo l’amore nella società che, altrimenti, rischia di congelarsi nell’individualismo.
Continuiamo, cari Fratelli e Sorelle, la S. Messa rivolti a Maria implorando la sua intercessione per ottenere quelle grazie che ho suggerito e di cui abbiamo vitale bisogno.
 
Udine, 25 ottobre 2020​