OMELIA IN OCCASIONE DEL 25° DELL’EREZIONE CANONICA DEL MONASTERO “SANTA MARIA DEGLI ANGELI” A MOGGIO

08-12-2012


 


La Vergine Immacolata è Patrona e Regina dell’Ordine serafico francescano e nella sua festa ricordiamo il 25° anniversario di erezione canonica di questa comunità monastica formata da figlie di S. Francesco e S. Chiara. Non poteva esserci ricorrenza più significativa e ricca di grazia.


Il monastero di ‘Santa Maria degli Angeli’ a Moggio è sorto sotto la speciale protezione di Maria. Alla Madonna di Castelmonte, infatti, si è rivolto Mons. Battisti nel momento in cui doveva prendere la decisione di accogliere in diocesi un piccolo gruppo di monache clarisse provenienti da Venezia e fondare un nuovo monastero.


All’intercessione materna e potente della Vergine Madre ha affidato il piccolo seme di spiritualità contemplativa e francescana che stava piantando nella terra friulana.


Il seme si è sviluppato e ha portato frutti anche visibili come le nuove vocazioni e le tante persone, sacerdoti e laici, che si sono accostate al monastero trovando in esso un nuovo punto di riferimento per la preghiera, per un consiglio, per una rinnovata serenità del cuore.


I più importanti sono stati e sono i frutti invisibili agli occhi umani ma che vede Dio e che noi, nella fede, possiamo intuirli. Sono i frutti della preghiera che le sorelle monache hanno innalzato con fedeltà quotidiana a Dio per la Chiesa di Udine, per il vescovo, i sacerdoti, le comunità cristiane, i peccatori, i sofferenti. I nostri occhi, un po’ malati di materialismo, faticano a riconoscere quanto importante e quanto potente sia la preghiera di lode e di intercessione che le nostre sorelle ogni giorno gratuitamente ci donano.


Per tutti questi frutti della Provvidenza di Dio vogliamo ringraziare il Padre in Gesù, animati dallo Spirito Santo.


Ringraziamo anche Maria che, rispondendo alla supplica di Mons. Battist,  ha accompagnato e sostenuto in questi 25 anni la nostra comunità monastica.


Non è difficile alle sorelle monache – ma anche a noi ‘ riconoscere l’aiuto materno della Vergine Immacolata nel cammino che il monastero ha fatto e nelle prove che ha dovuto affrontare. Non c’è esperienza cristiana che non sia segnata anche dalla croce perché Gesù ha detto: ‘Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua’.


Anche la comunità monastica sorta qui a Moggio ha avuto le sue prove. E continua a viverle; ad esempio, condividendo la croce di una delle sorelle, suor Maria Grazia che per le sue precarie condizioni di salute può solo condividere spiritualmente dalla sua cella la nostra celebrazione eucaristica.


Dentro la croce il cristiano fa esperienza della materna intercessione di Maria che gli fa trovare possibilità ed energie insospettate proprio nel momento in cui le nostre forze umane sono troppo deboli per sopportare il peso della prova. Le sorelle monache hanno fatto e stanno facendo la consolante esperienza di essere state e di essere sostenute dal Cuore Immacolato della Madre di Gesù e nostra. A Lei torniamo ad affidarle condividendo con loro una rinnovata fiducia e speranza nella Provvidenza di Dio Padre.


In Maria esse hanno, oltre che una Madre su cui contare, anche un modello da seguire. Nella seconda lettura che abbiamo ascoltato, S. Paolo scrive ai cristiani di Efeso che ‘prima della creazione del mondo Dio ci ha scelti per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità’.  La prima ad essere scelta dalla misericordia di Dio per essere ‘santa e immacolata di fronte a lui nella carità’, è stata proprio Maria.


E’ nata senza portare in sé l’eredità negativa del peccato; per questa è stata tutta santa e immacolata, cioè, tutta piena di carità, della carità che sgorga dal cuore di Dio e che Gesù ha portato sulla terra. Fin dalla nascita è stata tutta consacrata a Dio per portare il suo amore in mezzo agli uomini.


La consacrazione a Dio di Maria continua dentro la Chiesa specialmente in quelle donne che sono state scelte e chiamate dal Padre a donare tutte se stesse in una vita monastica e contemplativa.


Come la Vergine Immacolata esse sono chiamate ad essere sante nella carità. La loro consacrazione verginale e monastica, infatti, profuma di carità perché le ha condotte a consegnarsi senza riserve a Gesù, come l’unico loro Sposo, e a consegnarsi alla Chiesa consumando l’esistenza nella preghiera a favore dei fratelli.


Questo non significa che siano donne con qualità straordinarie che permettono loro di fare una vita straordinaria. Sono donne normali, con i limiti umani che ognuno di noi ha; straordinaria è la potenza della Grazia di Dio che ha operato in Maria e opera in ognuna di loro perché la loro esistenza sia un’offerta di amore a Gesù e alla Chiesa.


Le consacriamo in questa S. Messa alla Vergine perché continui a portare in loro il suo Cuore che è immacolato perché è pervaso di purissima carità.


Il profumo di questa Carità, che ha il Volto e il Cuore di Gesù, dal monastero si diffonda dentro la nostra Chiesa diocesana e avvolga i sacerdoti, gli sposi, i giovani che cercano la loro vocazione. Questa testimonianza chiediamo alle sorelle monache perché ne abbiamo grande bisogno, perché solo l’Amore di Dio, che incontriamo in Gesù, salva la Chiesa e il mondo.