Omelia in occasione dei 900 anni della fondazione dell’abbazia di San Gallo a Moggio (15 agosto 2019)

15-08-2019

Cari Fratelli e Sorelle, 

stiamo celebrando la solennità della beata Vergine Maria Assunta in cielo in anima e corpo e i 900 anni della consacrazione della chiesa del monastero di Moggio che i documenti datano il 28 agosto 1119. Non mi soffermo su ricostruzioni storiche, già abbondantemente fatte, e mi limito ad una breve riflessione spirituale.

Le due ricorrenze hanno un profondo legame tra loro. C’è tra loro un legame storico perché la chiesa abbaziale fu dedicata, in particolare, alla Vergine Maria, assieme alla SS. Trinità, alla Santa Croce e a S. Gallo, oltre che ad altri santi. Ma, più profondamente, ambedue le feste che stiamo celebrando richiamano il senso e la meta della nostra esistenza cristiana. Su questo richiamo spendo qualche parola di meditazione.

L’Assunzione della Vergine Maria ci porta a contemplare la conclusione della vita terrena della Madre di Gesù. Come è morta Maria? La fede della Chiesa, secondo il dogma dichiarato da Papa Pio XII nel 1950, invita a credere che Maria, per straordinaria grazia di Gesù, poté  godere di un privilegio unico. Giunta al momento della sua morte fisica ella entrò subito nella vita eterna con tutta la sua persona, con l’anima e il corpo. Partecipò pienamente alla risurrezione di Gesù, suo figlio, che è risorto nel suo vero corpo.

Nella seconda lettura, S. Paolo ci ha illuminato sul perché Maria è assunta in cielo: «Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. In Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno al suo porto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo». 

Coloro che sono “di Cristo”, assicura l’apostolo, parteciperanno alla sua risurrezione; su di loro la morte non avrà la vittoria finale. Ora quale creatura è stata totalmente “di Cristo” fin dal primo istante della sua esistenza, senza essere staccata da lui da alcuna ombra di peccato? Questa creatura è una donna: è Maria, sua Madre. Da lei Gesù ha potuto prendere la carne e il sangue, gli affetti e il cuore perché ella era Immacolata, senza peccato; con tutta se stessa consacrata a Dio.

Per questo, quando anche per Maria si è concluso il tempo della vita terrena, subito si sono realizzate in lei le parole di S. Paolo. Maria, per prima, ha seguito Cristo, suo figlio, ed è entrata nella vita eterna con tutta la sua persona, Assunta in cielo in anima e corpo. 

Le antiche icone orientali del mistero dell’Assunzione di Maria rappresentano gli apostoli in preghiera attorno al sepolcro di Maria e  Gesù risorto che viene e prende tra le braccia la piccola Maria per portarla con sé nella vita eterna. Nulla di Maria resta preda della corruzione  e della morte perché Ella è stata sempre e totalmente “di Cristo”; per questo Gesù se l’è portata nella vita eterna con lui in anima e corpo.

Dopo aver ricordato il messaggio spirituale dell’Assunzione di Maria torno un momento alla nostra seconda festa – i 900 anni delle dedicazione della chiesa del monastero di Moggio – per sottolineare che essa ci porta l’identico messaggio.

Qui, dove stiamo celebrando, si è insediato, per volontà del Patriarca Ulrico, un importante monastero benedettino legato alla grande abbazia di S. Gallo. I monaci sono stati per secoli una presenza di grande importanza perché hanno diffuso tra la popolazione la fede cristiana, l’amore per la liturgia, la cultura in tante espressioni, la civiltà.

Ma chiediamoci: chi erano i  monaci? Erano dei battezzati i quali seguendo la chiamata di Gesù abbandonavano tutto per entrare in una comunità in cui si viveva solo per la gloria di Dio e in attesa della sua venuta. Abbandonavano anche i loro vestiti per indossare un saio uguale per tutti che mostrava che essi, entrando in monastero, avevano abbandonato il loro uomo vecchio e si erano rivestiti di una vita nuova, della vita di Cristo. 

Essi volevano seguire l’esempio di Maria che era stata tutta “di Cristo”. Anche ognuno di loro, con l’ingresso in monastero e con i voti, diventava “di Cristo” e non più “del mondo” e viveva ormai nell’attesa della  venuta finale del suo Signore per entrare con lui e con Maria nella vita eterna. 

Mi scuso per le mie riflessioni, anche troppo sintetiche, ma volevo mettere in luce che le due feste che stiamo celebrando – l’Assunzione di Maria al cielo e i 900 anni della consacrazione della chiesa del monastero di Moggio – hanno un profondo legame tra loro perché ci trasmettono lo stesso messaggio; e un messaggio molto concreto e attuale per noi cristiani. Sia la Vergine assunta che i monaci ci ricordano che l’unica cosa importante nella nostra vita è “essere di Cristo” ed essere trovati “di Cristo” nel momento della nostra morte fisica. Così ha vissuto Maria senza neppure una piccola ombra di separazione da Gesù, suo Figlio, e, per questo, è entrata nella vita eterna in piena comunione con Gesù, anche col suo corpo. senza lasciare niente alla morte. Così hanno vissuto i monaci impegnando le loro giornate per la gloria di Dio, nell’attesa del loro Signore; cercando di essere solo “di Cristo” come anche l’abito monastico ricordava a loro e agli altri. 

Questa è l’eredità che essi consegnano a noi e che ci ricordano anche le sorelle monache clarisse che in questo stesso monastero continuano l’eredità spirituale dei monaci di 900 anni fa. 

Essere “di Cristo” è l’unico programma di vita che dovrebbe interessarci vivendo l’esistenza terrena come Maria, come i monaci e tutti i santi.