NATALE: OMELIA NELLA SANTA MESSA DI MEZZANOTTE

24-12-2011


NATALE. S. MESSA DI MEZZANOTTE


 


Care sorelle e fratelli,


il S. Natale ci ha chiamati numerosi anche quest’anno nella nostra Cattedrale per partecipare alla S. Messa di mezzanotte.


Era circa mezzanotte quando si accese improvvisamente una luce dal cielo sulle campagne di Betlemme dove un gruppo di pastori vegliava custodendo un gregge di pecore dai ladri o dagli assalti di animali notturni. Abbiamo ascoltato il racconto nella lettura del Vangelo. Nella luce, un angelo si rivolse ai pastori annunciando una grande gioia per tutti gli uomini perché era nato un bambino che stava avvolto in fasce e giaceva in una mangiatoia; quel bambino era il Salvatore mandato da Dio, era Cristo Signore.


L’angelo, portato a termine il suo compito, ritornò verso il cielo unendosi ad altri angeli che cantavano un inno di gloria a Dio e di pace sulla terra tra gli uomini che Dio ama.


Il racconto evangelico continua parlandoci della reazione dei pastori. Sorpresi, si guardarono l’un l’altro negli occhi e decisero insieme: ‘Andiamo fino a Betlemme e vediamo questo avvenimento che Dio ci ha fatto conoscere’. Nella notte si incamminarono e trovarono come aveva detto l’angelo: Maria, Giuseppe e il bambino che giaceva in una mangiatoia, perché quei due poveri genitori non avevano trovato altro alloggio a Gerusalemme.


Fu spontaneo per loro inginocchiarsi davanti a quel neonato in segno di fede e di adorazione. In quel momento cambiò il loro cuore che era segnato dalle fatiche di una vita di stenti e di umiliazioni a causa del lavoro di infimo grado che facevano. Il bambino Gesù trasmise loro la grande gioia che l’angelo aveva annunciato. La gioia è un sentimento contagioso per cui i pastori tornarono parlando di quel bambino ed invitando altri ad andare ad adorarlo.


Care sorelle e fratelli, in questa notte noi ci siamo comportati come i pastori. Ci siamo guardati l’un l’altro e ci siamo detti: è Natale, andiamo alla S. Messa in Cattedrale. Come i pastori abbiamo compiuto il viaggio del Natale dalle nostre case e appartamenti a dove è Gesù Signore; rappresentato nel presepio e presente sull’altare verso il quale tutti siamo rivolti.


Cosa ci ha spinti ad intraprendere questo pur breve ma significativo viaggio nella notte? Coloro che analizzano i fenomeni sociali risponderebbero che è la tradizione che spinge ancora molta gente ad andare alla S. Messa di mezzanotte; la tradizione vista come un’abitudine collettiva.


Forse la tradizione ci ha aiutato a decidere ma perché conserva una forza di persuasione che ci tocca in profondità. C’è un delicato che silenzio che avvolge il presepio dove Maria e Giuseppe sono in ginocchio vicino al neonato Gesù e con loro i pastori giunti nella notte.


Questo delicato silenzio avvolge anche noi, se appena ci fermiamo per un momento di riflessione e di adorazione; e ci porta a contatto con il nostro cuore.


E’ un bisogno vitale quello di entrare in noi stessi e ritrovare il cuore. Purtroppo è un bisogno che possiamo trascurare e anche per lungo tempo, distratti dalle preoccupazioni e dai ritmi della vita o frenati dalla paura di ciò che possiamo trovare in questo momento nel nostro cuore. Ma non si vive bene con noi stessi e con gli altri.


Gesù che nasce risveglia in noi una semplicità che ci fa tanto bene, la semplicità del bambino che ti mostra subito il cuore perché non ha imparato ancora tante difese, coperture, recite false davanti a se stessi e agli altri.


In questa S. Messa di Natale lasciamo che proprio Gesù ci aiuti a mettere davanti a lui il nostro cuore così come è in questo momento, con sincerità e senza paure.


Partendo dal cuore proviamo a pregarlo chiedendo la purificazione del cuore come ci ha invitato a fare S. Paolo nella seconda lettura: ‘E’ apparsa la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà in attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro Signore Gesù Cristo’.


Attorno al nostro cuore si creano come delle incrostazioni fatte di cattive abitudini, di desideri e sentimenti egoistici. La grazia di Dio apparsa a Natale, e che è Gesù che ci viene incontro, può aiutarci a toccare il nostro cuore e sentire dove è indurito. Può purificarlo per ritrovare la gioia di vivere secondo sentimenti di serenità, di fede, di giustizia, di rispetto vero degli altri, di gusto per la giustizia.


Solo dai nostri cuori purificati si rigenerano anche i rapporti di affetto, di amicizia e di solidarietà tra di noi. Questo è anche il punto di partenza per affrontare questo tempo più difficile che comunemente viene definito ‘di crisi’.


I cuori purificati porteranno anche a stringerci le mani in una catena di solidarietà che salverà tutti.


Continuiamo l’incontro con Gesù in questa S. Messa e prego per ognuno di noi qui presenti perché il Natale porti la grazia di purificare il cuore. Torneremo con la gioia con cui i pastori sono tornati dall’incontro con Gesù nato a Betlemme.