LECTIO NELLA PRIMA VEGLIA DIOCESANA DI PREGHIERA CON I GIOVANI. Mt 28, 5-10.16-20

27-11-2009


 


 Desidero subito confidarvi il mio sentimento di questo momento e spero che sia anche il vostro: è molto bello quello che stiamo vivendo in questo momento perché siamo uniti in tanti, assieme, come sorelle e fratelli. Siamo uniti non solo perché siamo fisicamente vicini ma perché nella nostra Cattedrale, la chiesa più importante della Diocesi, ci troviamo d’accordo a fare le stesse cose e a dire le stesse parole. E le nostre parole e i nostri canti sono di preghiera; per questo ci sentiamo ancora più uniti perché siamo come gli apostoli di cui ci ha parlato il Vangelo poco fa.


Essi si erano dati appuntamento su un monte in Galilea e lì si erano trovati tutti. Non erano stati bei giorni quelli che avevano trascorso, ma giorni di paura e di grande tristezza perché Gesù, il loro maestro e il loro punto di riferimento, era stato arrestato e condannato al supplizio della crocifissine. Di fronte a Gesù crocifisso non sapevano più cosa fare e si erano dispersi per paura di essere arrestati anche loro.


Ma da parte delle donne, che avevano incontrato Gesù risorto, giunge l’invito di andare sul monte che Gesù stesso aveva indicato. Lì si ritrovano tutti: Pietro, Andrea, Giacomo Giovanni e gli altri; certamente anche le donne. E Gesù vivo li attende e attorno a Lui si ricostituisce una comunità ben unita.


Anche noi, questa sera, veniamo da paesi e da case diverse. Io vengo da Treviso e tre mesi fa non avrei mai pensato di essere questa sera qui con i giovani della diocesi Udine.


Sono qui perché Gesù mi ha chiamato, attraverso la parola del Papa. e mi ha dato appuntamento qui per incontrarmi con voi, cominciare a conoscerci e fare un’unica, grande comunità.


Anche se forse non ci ha pensato, ognuno di voi ha accolto l’appuntamento di Gesù che vi è arrivato in modi diversi. Ed è arrivato ritrovando volti amici a altri che non conosce ancora.


Ma anche se non ci conosciamo per nome va bene lo stesso perché comunque ci sentiamo in sintonia per il fatto che tutti abbiamo accolto l’appuntamento di Gesù e Lui è in mezzo a noi.


Siamo arrivati tutti nello stesso luogo, la nostra Cattedrale, perché è il luogo dell’appuntamento scelto da Gesù, come aveva scelto il monte per riunire gli apostoli.


Mentre siamo cosi numerosi assieme, desidero rivolgervi, a nome di Gesù, una domanda personale:  che cosa mi ha spinto ad accogliere questa sera l’invito di Gesù?


Me la suggeriscono le donne di cui ci ha parlato il Vangelo. Esse si erano date appuntamento per andare assieme alla tomba di Gesù  partendo di mattina presto, la mattina di Pasqua, quando era ancora buio. Ognuna, però, era partita da sola dalla sua casa, Aveva deciso da sola perché aveva un suo personale e forte desiderio nel cuore, così forte da alzarsi prima dell’alba e andare dove aveva visto per l’ultima volta il corpo martoriato di Gesù.


Mi piacerebbe avere un dialogo personale con ognuno e ognuna di voi per conoscere perché è venuto questa sera. Credo che sentirei delle risposte molto personali e interessanti.


Per ora non mi è possibile questo dialogo ma la domanda ve la faccio ugualmente e la faccio anche a me: perché sono qui questa sera, in chiesa cattedrale con tutti questi giovani, con sacerdoti, consacrate?


Proviamo ad entrare dentro la nostra mente e il nostro cuore e chiediamoci: cosa mi ha spinto a venire? Che cosa spero di trovare questa sera?


Come sto vivendo questo periodo della mia vita? Le donne e gli apostoli  avevano vissuto tanto dolore e tanto smarrimento dopo aver visto Gesù inchiodato in croce. E io come sto vivendo? Quali sono i due o tre desideri più forti che custodisco nel mio cuore?


Gesù fa agli apostoli riuniti sul monte una grande promessa: ‘Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo’.


Questa promessa è anche per noi: Gesù è con noi, in mezzo a noi. È presente realmente nell’eucaristia che c’è qui nell’altare laterale e che, magari, la prossima volta, metteremo anche davanti a noi.


Gesù è in mezzo a noi. Cosa ci sentiamo di dirgli? Quali desideri vogliamo presentargli? Proviamo dentro il nostro cuore iniziare una preghiera con queste parole: ‘Gesù, ecco la preghiera che questa sera voglio farti”.


E preghiamo anche l’uno per l’altro perché siamo uniti come sorelle e fratelli che ci vogliono bene grazie a Gesù che ci ha dato il suo appuntamento.


Probabilmente qui qualcuno di noi ha un particolare bisogno della nostra preghiera o perché non sta bene di salute, o perché deve fare scelte importanti, o perché deve superare qualche difficoltà.


Noi non conosciamo il cuore dei nostri amici; facciamo fatica a conoscere anche il nostro. Gesù vede i cuori come dice il salmo: ‘Signore tu mi scruti e mi conosci’.


Mettiamo davanti a Gesù il nostro cuore come sta in questo momento e preghiamo per chi tra noi ha più bisogno.