INTERVENTO ALLA PRESENTAZIONE IN FRIULI VENEZIA GIULIA DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE 2011 CARITAS/MIGRANTES

27-10-2011



 


INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO DI UDINE


1. Concludendo questo importante incontro di presentazione del ‘Dossier statistico immigrazione 2011, 21° rapporto’, esprimo ancora una parola di sentita riconoscenza alla Caritas Italiana ‘ in tutte le sue articolazioni regionali e diocesane ‘ per il servizio di conoscenza documentata e di riflessione che offre su uno dei più rilevanti eventi della nostra epoca: l’evolversi dei grandi flussi migratori.


E’ un servizio che la Caritas offre non solo alla Chiesa in Italia ma anche a tutta la società civile. Sappiamo quanto sia tenuto in considerazione dalla varie istituzioni pubbliche  questo Dossier.


 


2. Sottolineo, poi, il fatto che, accanto alla puntuale informazione, il Dossier stimoli un’approfondita riflessione su cosa significhi e comporti il fenomeno dell’immigrazione sia per le donne e gli uomini che giungono tra noi che per noi che li accogliamo.


Chiunque deve riconoscere che siamo di fronte, ormai da decenni, a quello che ho chiamato ‘evento epocale’ in quanto non è transitorio ‘ come si poteva pensare agli inizi ‘ e, per la sua consistenza numerica, sta cambiando e cambierà strutturalmente la Chiesa e la società friulana.


Per affrontare con senso di responsabilità un fenomeno storico di tale portata è necessaria un’analisi approfondita e una capacità di intravvedere prospettive future ad ampio orizzonte.


Non sono sufficienti ‘ pur se indispensabili ‘ gli interventi che mirano a far fronte alle urgenze immediate (pensiamo, anche nella nostra Regione, al recente arrivo di profughi). Rispondono a bisogni di prima necessità di queste persone di fronte ai quali il Vangelo non ci permette di chiudere gli occhi. Ma non prevedono su quali strade avviare un inserimento e un’integrazione più a lungo termine.


Va anche fatto presente il rischio di abituarsi alla presenza degli immigrati con l’impressione che tutto sia tranquillo e risolto solo perché non scoppiano disagi che toccano l’ordine pubblico.


Questa forma di accoglienza, che definirei ‘superficiale e passiva’, chiude gli occhi di fronte alle reali difficoltà di una buona integrazione. Silenziosamente possono accumularsi disagi che possono ad un certo punto emergere o possono crearsi nello stesso territorio forme di convivenza parallele e impermeabili l’una con l’altra. Questa non è integrazione ma, al massimo, un quieto vivere con poca conoscenza e accoglienza reciproca nelle diversità e nelle ricchezze reciproche.


 


3. Il Dossier Caritas torna come uno stimolo a proseguire tutti un cammino verso una buona integrazione di culture, religioni ed esperienze diverse.


E’ uno stimolo per la Chiesa di Udine e per la sua azione pastorale e non ci nascondiamo il fatto che dobbiamo fare ancora parecchia strada su questo terreno.


E’ uno stimolo anche per tutte le realtà civili presenti sul territorio: istituzioni, private, di volontariato.


Come Diocesi vogliamo raccogliere questo invito e maturare una migliore accoglienza, conoscenza, dialogo ed evangelizzazione.