Catechesi in occasione del secondo dei «Quaresimali d’arte» 2018 (25 febbraio)

26-02-2018

L’edizione 2018 dei «Quaresimali d’arte» – momenti di bellezza tra musica, Parola di Dio e catechesi – sono dedicati a meditare quattro invocazioni mariane, tratte dalle Litanie della Vergine Maria di Loreto (Santa Madre di Dio; Regina assunta in cielo;  Maria aiuto dei cristiani; Maria Madre della Chiesa​), su cui si concentreranno le catechesi dell’Arcivescovo (qui il programma completo).

 

MARIA, REGINA ASSUNTA IN CIELO

 

Apocalisse, 12.1-6

«Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle.  Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.  Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi;   la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono.  La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni». 

 

Pio XII,  Bolla Munificentissimus Deus

«Dio, infatti, che da tutta l’eternità guarda Maria vergine, con particolare pienissima compiacenza, “quando venne la pienezza del tempo” (Gal 4, 4), attuò il disegno della sua provvidenza in tal modo che risplendessero in perfetta armonia i privilegi e le prerogative che con somma liberalità ha riversato su di lei. Che se questa somma liberalità e piena armonia di grazie dalla chiesa furono sempre riconosciute e sempre meglio penetrate nel corso dei secoli, nel nostro tempo è stato posto senza dubbio in maggior luce il privilegio della corporea assunzione al cielo della vergine Madre di Dio Maria.

Questo privilegio risplendette di nuovo fulgore fin da quando il nostro predecessore Pio IX, d’immortale memoria, definì solennemente il dogma dell’immacolata concezione dell’augusta Madre di Dio. Questi due privilegi infatti sono strettamente connessi tra loro. Cristo con la sua morte ha vinto il peccato e la morte, e sull’uno e sull’altra riporta vittoria in virtù di Cristo chi è stato rigenerato soprannaturalmente col battesimo. Ma per legge generale Dio non vuole concedere ai giusti il pieno effetto di questa vittoria sulla morte se non quando sarà giunta la fine dei tempi. Perciò anche i corpi dei giusti dopo la morte si dissolvono, e soltanto nell’ultimo giorno si ricongiungeranno ciascuno con la propria anima gloriosa.

Ma da questa legge generale Dio volle esente la beata vergine Maria. Ella per privilegio del tutto singolare ha vinto il peccato con la sua concezione immacolata; perciò non fu soggetta alla legge di restare nella corruzione del sepolcro, né dovette attendere la redenzione del suo corpo solo alla fine del mondo. 

Noi, che con pubblico rito abbiamo consacrato tutto il genere umano al suo Cuore immacolato, e abbiamo ripetutamente sperimentato la sua validissima protezione, abbiamo ferma fiducia che questa solenne proclamazione e definizione dell’assunzione sarà di grande vantaggio all’umanità intera, perché renderà gloria alla santissima Trinità, alla quale la Vergine Madre di Dio è legata da vincoli singolari. Vi è da sperare infatti che tutti i cristiani siano stimolati da una maggiore devozione verso la Madre celeste, e che il cuore di tutti coloro che si gloriano del nome cristiano sia mosso a desiderare l’unione col corpo mistico di Gesù Cristo e l’aumento del proprio amore verso colei che ha viscere materne verso tutti i membri di quel Corpo augusto. Vi è da sperare inoltre che tutti coloro che mediteranno i gloriosi esempi di Maria abbiano a persuadersi sempre meglio del valore della vita umana, se è dedita totalmente all’esercizio della volontà del Padre celeste e al bene degli altri; che, mentre il materialismo e la corruzione dei costumi da esso derivata minacciano di sommergere ogni virtù e di fare scempio di vite umane, suscitando guerre, sia posto dinanzi agli occhi di tutti in modo luminosissimo a quale eccelso fine le anime e i corpi siano destinati; che infine la fede nella corporea assunzione di Maria al cielo renda più ferma e più operosa la fede nella nostra risurrezione».

 

 

 

Catechesi dell’Arcivescovo

 

Contempliamo oggi Maria come «Regina assunta in cielo in anima e corpo». Come sappiamo, questo è un dogma, cioè, una dichiarazione che impegna la nostra fede; come fu definito da Papa Pio XII nel 1950 con la Bolla «Munificentissimus Deus», di cui abbiamo letto una parte.

Anche se questo articolo della nostra fede fu definito ufficialmente solo a metà del secolo scorso, questo non significa che la Chiesa sia arrivata solo dopo 20 secoli di storia a chiarire la propria fede sull’assunzione di Maria in cielo. Abbiamo, anzi antichissime testimonianze che già nella coscienza dei primi cristiani c’era la certa convinzione che Maria avesse fatto l’esperienza della morte come Gesù e con ogni uomo. Non era, però, rimasta prigioniera della morte e condannata alla corruzione del corpo. Era entrata, invece, anche con il suo corpo, nella gloria della risurrezione che Gesù aveva inaugurato risorgendo dai morti il terzo giorno. La terra custodisce i resti di ogni uomo perché nessuno può sfuggire alla condanna della morte. Ci sono solo due tombe vuote: la tomba di Gesù che ha sconfitto la morte ed è risorto il terzo giorno con il suo corpo glorioso e la toma di Maria, sua Madre, che egli non ha voluto abbandonare alla corruzione della morte e ha portato con sé in cielo anche con il suo corpo.

Come dicevo, abbiamo testimonianze dei primi secoli del cristianesimo che mostrano come fosse viva la fede nell’assunzione di Maria al cielo. Una ci è particolarmente vicina e cara ed è la basilica della nostra Chiesa Madre di Aquileia che fin dall’inizio fu dedicata a Santa Maria Assunta. Appena l’editto di Costantino lo rese possibile, il vescovo Teodoro eresse una basilica per la comunità cristiana che si era formata ad Aquileia e interpretando la fede dei suoi cristiani la intitolò a Maria e a Maria Assunta. Continuando la tradizione di fede di quei nostri antenati, ripetiamo anche noi l’invocazione: «Maria, Regina assunta in cielo, prega per noi».

Nella Bolla «Munificentissimus Deus», Pio XII collega la fede nell’Assunzione di Maria al Cielo con la fede nella sua Immacolata Concezione, dogma definito da Pio IX un secolo prima; dice, infatti: «Questi due privilegi infatti sono strettamente connessi tra loro».

Per una grazia unica di Dio, Maria fu Immacolata fin dal primo momento del suo concepimento nel grembo della madre. Lungo tutta la sua esistenza terrena, il peccato non rovinò nulla di lei. Il peccato porta la corruzione dentro l’uomo. Corrompe i suoi pensieri rendendoli cattivi, i sentimenti intossicandoli con l’egoismo, la sessualità rendendola ricerca di piacere senza amore, il corpo che si rovina nei vizi. Il peccato porta un po’ alla volta la morte dentro l’uomo e anche fuori dell’uomo perché lo spinge a fare del male al suo prossimo. In Maria non ci fu neppure l’ombra della corruzione generata dal peccato. In lei c’era solo amore immacolato; c’era lo stesso amore che riempiva il Sacro Cuore di suo Figlio Gesù e che per grazia riempiva anche il suo cuore di Madre. Nei suoi pensieri, desideri, sentimenti, nel suo corpo traspariva solo amore verso il suo Dio, come cantò nel Magnificat, e amore verso gli uomini, figli suoi in Cristo. 

Per questo, dopo aver sperimentato la morte come Gesù, non rimase vittima della corruzione ma in lei vinse l’amore; lo stesso amore eterno che aveva vinto in Gesù facendolo risorgere dal sepolcro anche con il suo corpo trasformato dalla Carità divina, lo Spirito Santo. Il sepolcro di Maria rimase vuoto ed ella vive ora nella vita nuova ed eterna della risurrezione con Gesù, suo Figlio, nella comunione del Padre.

Possiamo immaginarla come ce la descrive San Giovanni nella sua grandiosa visione che abbiamo letto nell’Apocalisse: «Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle». Questa donna gloriosa, però, è incinta e sta sostenendo una lotta drammatica contro un enorme e potentissimo che vuol divorarle il figlio appena lo partorisce. Quel Figlio è Gesù che satana tentò di distruggere, ma che da Gesù fu sconfitto nella croce e nella risurrezione. Quel figlio è anche la Chiesa, che è il Corpo di Cristo e che nel mondo continua a sostenere la lotta contro il maligno; pensiamo ai tanti martiri anche dei nostri giorni. Maria. Assunta in cielo, resta vicina alla Chiesa come Madre che partecipa alla lotta e alla vittoria con il male. Questo è il messaggio che ella ci ha trasmesso anche nelle diverse sue apparizioni