Catechesi durante la Veglia di Quaresima 2015 con i giovani

26-02-2015
Pietro, che aveva un carattere focoso, chiede a Gesù come deve comportarsi con un fratello che lo ha offeso. Gli sembrava una grande generosità perdonarlo fino a sette volte. Gesù gli indica come misura settanta volte sette; cioè, sempre.
Perché chi è cristiano è chiamato a perdonare sempre?
 
Gesù risponde con la parabola del servo che aveva col suo padrone un debito enorme pari a milioni di euro, mentre a lui un altro servo doveva pochi spiccioli. Il padrone, per pura generosità, gli cancella tutto il debito che mai egli avrebbe potuto pagare. Lui, invece, pretende dal suo compagno di lavoro quei pochi centesimi e non gli condona nulla.
 
Alla fine il padrone lo condanna perché ha compiuto un grave peccato. Gesù aggiunge che  anche Dio Padre ci giudicherà se non sapremo perdonare ai nostri fratelli.
 
Qual è il grave peccato di quel servo? È la durezza del cuore. Egli ha come una crosta dura attorno al cuore per cui è diventato insensibile all’amore e al dolore degli altri.
È insensibile alla straordinaria generosità del suo padrone che lui non si meritava in alcun modo. Gli viene donata la possibilità di vivere libero con la moglie e i figli senza passare tutti i suoi giorni in una prigione, e non ha neppure la sensibilità di dire “grazie”.
È insensibile verso l’altro servo che implora da lui un po’ di pietà e per pochi centesimi gli rovina la vita.
 
La durezza del cuore è una situazione grave di peccato perché rende insensibili, indifferenti verso gli altri. Papa Francesco ha tante volte alzato la voce contro il peccato di indifferenza perché lo vede molto diffuso nella nostra società, specialmente verso chi è povero e soffre.
Chi ha il cuore avvolto dall’indifferenza pensa solo a se stesso, a quello che va bene a lui, a star bene lui.
Se qualcuno gli vuole bene e lo aiuta anche se lui non se lo merita, non gli viene in mente di dire grazie col cuore; proprio come il servo della parabola. Approfitta del bene e degli aiuti che riceve ma non guarda il cuore di chi lo ha aiutato.
Se ha vicino qualcuno che soffre e chiede aiuto, non si lascia toccare e lo lascia da parte. Sceglie solo per persone che gli fanno comodo.
Se qualcuno lo ha in qualche modo offeso, reagisce con rabbia, rompe i rapporti e cerca di fargliela pagare.
 
Preparandoci al sacramento della Penitenza e dopo aver ascoltato la parabola di Gesù, proviamo a fare un esame di coscienza chiedendoci:
  • sento che, a volte, anche il mio cuore è diventato duro e insensibile? Che ho pensato solo a me stesso e ho selezionato le persone tenendo solo quelle che mi fanno star bene?
  • Sono duro di cuore verso Gesù? Non mi accorgo quanto lui mi vuol bene nonostante tanti miei limiti e debolezze? Sento il desiderio profondo di ringraziarlo o mi dimentico tante volte di dirgli il mio grazie?
  • Mi sono lasciato toccare dalle sofferenze e dalle richieste di aiuto di chi mi sta vicino? Oppure ho preferito non sentire?
  • Ho saputo perdonare qualche offesa ricordando che anch’io non sono migliore degli altri e ho bisogno del perdono di Gesù? Oppure ho reagito con durezza facendola pagare, in qualche modo, a chi mi aveva fatto qualche torto?