Messaggio per l’Avvento 2015 – «Di generazione in generazione la sua misericordia» (Lc 1,50)

Care sorelle e fratelli,
l’Avvento di quest’anno acquista un valore spirituale particolarmente forte per tutta la Chiesa cattolica perché ci introduce all’Anno Santo della Misericordia. Nella solennità dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre, Papa Francesco aprirà la Porta santa della basilica di san Pietro e la domenica successiva, 13 dicembre, aprirò nella nostra Cattedrale la Porta della Misericordia.
 
Ci introduce al tempo dell’Avvento l’invito di Giovanni Battista che fa proprie le parole del profeta Isaia: «Preparate le vie del Signore; raddrizzate i suoi sentieri». Cominciamo subito a preparare la strada del nostro cuore perché su di essa, durante quest’anno, dovrà passare la Misericordia di Dio. Questa Misericordia ha il volto umano di Gesù, come ricorda Papa Francesco nella bolla di indizione dell’anno giubilare; bolla che ha voluto intitolare «Misericordiae Vultus». Il Volto della Misericordia è quello di Gesù e gli uomini lo hanno potuto contemplare per la prima volta quando Maria, la Madre, lo ho ha mostrato al mondo.
 
Ella aveva cantato la Misericordia di Dio davanti alla cugina Elisabetta: «Di generazione in generazione la sua misericordia su quelli che lo temono» (Lc 1,50). Sapeva di aver dato alla luce Colui che portava a compimento la promessa che Dio aveva consegnato ad Abramo. Zaccaria fece eco a Maria col suo cantico di ringraziamento per la nascita di Giovanni, il Precursore: «Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio ci visiterà un sole che sorge dall’alto» (Lc 1,78).
 
Gesù è il sole che sorge dall’alto e diffonde tra gli uomini il calore della Misericordia del cuore di Dio Padre. Si riscalderanno al calore della sua compassione i deboli e gli oppressi. Si riscalderanno specialmente i peccatori che avevano provato cosa significa avere un cuore duro e gelido, chiuso in se stesso e insensibile alle lacrime e ai bisogni dei fratelli. La Misericordia di Gesù fece il miracolo di sciogliere il cuore che freddo di Zaccheo fino a renderlo a sua volte sorgente di carità verbo i poveri. Guarì il cuore disorientato della Samaritana conquistandola al suo amore e rendendola missionaria del Vangelo. Diede la speranza suprema al cuore del brigante inchiodato con lui sulla croce che si affiderà a lui confidando di essere per- donato dalla Misericordia di Gesù anche nell’ultimo istante della sua vita.
 
Cominciamo, già in questo Avvento, ad aprire il cuore perché vi possa passare la Misericordia di Gesù. Come scrivo nella lettera pastorale «Eterna è la sua Misericordia», cominciamo noi a riconoscere le nostre ferite del cuore e le durezze della coscienza e ad invocare Gesù perché con il suo Spirito lavi ciò che in noi è sporco, guarisca ciò che è piagato, irrighi ciò che è inaridito.
 
Prepariamoci al Santo Natale come si era preparato il santo vecchio Simeone che aspettò per anni che Dio compisse la sua promessa e giungesse il giorno in cui nel tempio Dio Gerusalemme gli sarebbe venuto incontro la Misericordia divina. Il giorno giunse quando Maria gli consegnò tra le brac- cia il bambino Gesù. Contemplando quel volto, Simeone esclamò: «Ecco la Luce che illumina le gente ed è la gloria del tuo popolo». Anche per noi il Natale sia il rinnovato incontro con il volto del Figlio di Dio che si è fatto bambino pur di poterci incontrare sulle strade, a volte tribolate, della nostra vita.
 
Egli vede le condizioni del nostro cuore e con compassione è capace di guarirlo e riscaldarlo in modo che ci accosterà senta un po’ di quel tepore. Nella lettera pastorale ho brevemente commentato le sette opere di misericordia corporale e le sette di Misericordia spirituale. Sono le forme più concrete per diffondere compassione e solidarietà a tante persone che condividono la nostra vita. In Avvento e a Natale impegniamoci in qualcuna delle opere di misericordia cominciando dalle persone che abbiamo più vicine: il marito, la moglie, i figli, i parenti, gli amici, i colleghi.
 
Allarghiamo, poi, il nostro sguardo a tante altre persone bisognose e che ricordo brevemente sempre nella Lettera pastorale.
Educhiamo con pazienza e costanza i nostri figli a queste opere di misericordia perché imparino fin da piccoli la tenerezza, la delicatezza, la compassione verso chi ha bisogno.
E ricordiamo sempre che veramente “beati” sono le donne e gli uomini misericordiosi perché otterranno Misericordia.
 
Buon cammino di avvento all’inizio dell’Anno giubilare della Misericordia.
 
+ Andrea Bruno Mazzocato
Arcivescovo di Udine
 
 

 
29-11-2015